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Alla scoperta del Romanico Pugliese nel cuore di Bari vecchia

Bari
 
Il cuore del capoluogo pugliese, strutturato su un'impostazione bizantina, ma più simile a una casbah araba, ammalia il visitatore coi suoi vicoli e labirinti che nascondono, oltre alla famosa Basilica di San Nicola e alla Cattedrale di San Sabino altri piccoli gioielli del Romanico Pugliese. Una passeggiata che meraviglia e stupisce ad ogni voltar d'angolo.

“...Il mondo attorno all'antico San Nicola è un formicaio ebbro di vitalità. Vecchi cortili sono stanze, vecchie cappelle sono magazzini, una scala sfonda un muro, un muro alza la testa oltre il soffitto...”
(Italo Calvino)
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immagine della tappa a Basilica di San Nicola

Immagine di Basilica di San Nicola

Edificata tra XI e XII secolo sull'area della corte del Catapano, la Basilica di San Nicola è uno dei fiori all'occhiello del romanico pugliese. Voluta dall'Abate Elia e realizzata dalla casata degli Altavilla, rappresenta una delle tappe principali di quel processo di “latinizzazione” delle terre dell'Italia Meridionale, fino ad allora votate al Cristianesimo orientale bizantino, di cui furono interpreti i normanni.
L'imponente ed austera facciata a spioventi acuti, coronata da teorie di archetti ciechi e inserita tra due torri campanarie incompiute e di diversa fattura, accoglie visitatori e pellegrini nel superbo interno a croce latina diviso in tre navate che custodisce gioielli d'arte romanica come il ciborio dell'altare maggiore e la cattedra di Elia. La Cripta conserva le reliquie di San Nicola di Myra: il santo, tra i più venerati dalla Chiesa Ortodossa, fu traslato a Bari nel 1087 da sessantadue marinai che ne trafugarono le spoglie in Asia Minore.

immagine della tappa b Chiesa di San Gregorio

Immagine di Chiesa di San Gregorio

Procedendo attraverso Largo Papa Urbano II si giunge in piazzetta Sessantadue Marinai dove sorge la Chiesa di San Gregorio.
Unica a non essere abbattuta per permettere la costruzione della Basilica, la chiesetta di san Gregorio è la più antica della città: la sua edificazione risale al X secolo e le tre absidi sporgenti sul lato orientale sono un chiaro segno degli ultimi riflessi dell'architettura bizantina a Bari.

immagine della tappa c Chiesa di san Giovanni Crisostomo

Immagine di Chiesa di san Giovanni Crisostomo

Seguendo Strada San Luca e Strada Quercia si giunge alla piccola cappella dedicata a San Giovanni Crisostomo. La chiesa, nell'XI secolo, fu realizzata su un impianto a tre navate i cui segni restano nei due archi a tutto sesto visibili sulla parete destra. Nel XII secolo fu sollevato il pavimento e l'ampiezza fu ridotta ad una sola navata.
Oggi qui le celebrazioni sono officiate secondo il rito greco-ortodosso, l'altare risulta, infatti, preceduto da un'iconostasi dipinta a pannelli con figure di santi.

immagine della tappa d Chiesa di Santa Chiara

Immagine di Chiesa di Santa Chiara

La Chiesa di Santa Chiara, in origine dedicata alla Madonna degli Alemanni e sede dei cavalieri teutonici d’istanza a Bari sulla via per Gerusalemme, dietro una facciata semplicissima cela un fastoso interno barocco a navata unica e raccoglie diverse tele seicentesche della scuola di Luca Giordano.

immagine della tappa e Cattedrale di San Sabino

Immagine di Cattedrale di San Sabino

Proseguendo attraverso Via Ruggero II e Piazza Federico II si giunge infine alla Cattedrale di San Sabino, realizzata nel XII secolo, dopo la distruzione dell'antico duomo bizantino operata da Guglielmo il Malo.
La facciata tripartita, chiaramente ispirata a quella di San Nicola, unica chiesa di Bari Vecchia scampata alla distruzione, è sormontata da uno splendido rosone circondato da sculture mostruose e fantastiche. L'interno, diviso in tre navate dà accesso alla Cripta corrispondente all'antico tempio bizantino e alla sgrestia allestita nel battistero del XII secolo.
Tra i tesori d'arte di maggior prestigio occorre menzionare l'Exultet dell'XI secolo: il rotolo di pergamena finemente miniato utilizzato per la solenne cerimonia pasquale la notte del sabato santo, riporta le immagini capovolte rispetto al testo in latino, di modo che i fedeli possano seguire il racconto illustrato quando la pergamena viene man mano srotolata dall'ambone durante le sacre letture.

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