Una giornata a Brindisi
Feste, sagre ed eventi
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Palazzo Granafei Nervegna
Edificato nel 1565, il palazzo fu acquistato da Nicolò Granafei come dimora per la sua famiglia che, in fuga dalla Costantinopoli conquistata dai turchi di Maometto II, che ne fecero l'islamica Istanbul, si rifugiarono dapprima a Oria per poi approdare a Brindisi, su invito di Ferdinando d'Aragona che offriva larghi incentivi per ripopolare la città. Il prospetto rinascimentale del palazzo, è diviso in tre ordini da cornicioni marcapiano e le finestre e i balconi presentano diverse decorazioni barocche e inserti scolpiti in pietra leccese. In una sala del palazzo è conservato il capitello di una delle due colonne romane prospicenti il porto (l'altra si trova a Lecce in seguito al dono dei brindisini del 1659).
Fontana de Torres
Realizzata per volere del Governatore Pietro Luigi De Torres nel 1618, la vasca della Fontana de Torres fu ricavata utilizzando una fonte battesimale d'età medievale. Il monumento si trova in Piazza della Vittoria ed era una delle fontane cittadine che prendeva l'acqua dalle vasche limarie nelle quali terminava l'acquedotto. Doveva servire per le esigenze del mercato che si svolgeva nella piazza che, appunto prima dell'attuale denominazione, era stata denotata come Piazza delle Vettovaglie e poi Piazza del Mercato.
Mura aragonesi
La città venne dotata nel XV secolo di una poderosa cinta muraria, poi ampliata e potenziata nelle strutture difensive da Carlo V nel secolo successivo. La fortificazione di questa, come di altre città dell'Italia Meridionale, era giustificata dalle nuove esigenze di architettura militare che vedevano le vecchie mura medievali – altissime e dotate di sistemi di difesa “piombanti” - insufficienti a sostenere l'urto delle nuove armi da fuoco, comparse sulle coste pugliesi con gli assedi da parte dei Turchi Ottomani.
Nei pressi visitiamo anche la Scalinata Virgiliana prende la sua denominazione dal luogo in cui sorse l’abitazione del sommo poeta Publio Virgilio Marone, che a Brindisi morì nel 19 a. C. La scalinata che, fino ai primi anni del ‘900 appariva dimezzata, venne ampliata nel 1933 acquisendo l’attuale aspetto. Le Colonne Gemelle di età romana, ritenute erroneamente i terminali della via Appia, rappresentano un unicum nell'antichità. Erano il culmine di un’antica area monumentale prospicente il porto e vennero prese a modello da Venezia nella realizzazione delle due che coronano Piazza San Marco. Una delle due, cadde al suolo nel 1528 e i rocchi vennero donati nel 1657 alla città di Lecce per erigervi un monumento in segno di devozione a Sant’Oronzo.
Tempio di San Giovanni al Sepolcro
Costruita in età normanna, forse per volere di Boemondo, a bellissima Chiesa romanica di San Giovanni al Sepolcro, dalla pianta semicircolare, apparteneva sin dal XII secolo all'ordine dei Canonici del Santo Sepolcro, per poi passare nel Quattrocento agli Ospedalieri di San Giovanni e di Rodi. Alcuni studiosi locali hanno attribuito erroneamente questa chiesa al leggendario ordine dei Templari. L'attribuzione all'Ordine del Tempio, potrebbe essere giustificata dalla confusione che spesso si genera tra gli Ordini religiosi - militari e canonicali - sorti in Terra Santa all'indomani della Prima Crociata. L'Ordine dei Canonici del Santo Sepolcro era noto come Templum Dominici Sepulchri, mentre quello templare come Templum Salomonis.
Poco distante sorge sorge proprio sull'Area archeologica romana di San Pietro degli Schiavonir un'architettura avveniristica realizzata nel cuore della città antica, il Nuovo Teatro Verdi . La sua costruzione non ha mancato di suscitarepolemiche tra la popolazione e gli storici. La struttura del teatro, per permettere l'accesso all'area archeologica sottostante, si regge su pilastri dai quali si dipartono enormi travi d'acciaio. Il foyer è rivestito da un grande pavimento di cristallo che consente di vedere gli scavi sottostanti. Di fatto il Nuovo Teatro Verdi, costituisce un forte connubio tra antico e moderno che, come è sempre accaduto in questi casi, avrà bisogno solo dell'amalgama del tempo per abituare gli occhi e divenire anch'esso una bellezza riconosciuta.
Piazza Duomo
Fino al 1955 il Museo Archeologico Provinciale "Francesco Ribezzo" ebbe la sua sede nella Chiesa di San Giovanni al Sepolcro. Solo negli anni Cinquanta infatti fu destinato alle sue collezioni l'antico ospedale adiacente al Duomo. Nel corso dei lavori di trasferimento e durante tutti gli interventi edilizi nella città e in provincia, il patrimonio museale si arricchì notevolmente fino al ritrovamento subacqueo, presso Punta del Serrone, di magnifici frammenti di statue bronzee. Il patrimonio museale è notevole e comprende sezioni di epigrafia e statuaria preromana e romana, di antiquaria dello stesso periodo, una dedicata alla Brindisi Messapica e una vasta sezione – vero fiore all'occhiello – dedicata all'archeologia subacquea.
Sempre su Piazza Duomo merita una visita la Cattedrale di San Giovanni Battista realizzata nell'XI-XII secolo e fortemente danneggiata dal sisma del 1743. Oggi si presenta con una splendida facciata neoclassica in carparo, con inserti decorativi e statue in pietra leccese. Dell'aspetto romanico restano oggi l'impianto a tre navate (richiamate anche dalla tripartizione del prospetto) senza transetto, su modello della Basilica di San Nicola di Bari e alcuni lacerti del pavimento musivo, realizzato da Pantaleone da Otranto nella seconda metà del XII secolo. Tra gli avvenimenti importanti nel duomo brindisino sono sicuramente da annoverare l'incoronazione di Ruggero a Re di Sicilia nel 1193 e il matrimonio dell'Imperatore Federico II con la Regina di Gerusalemme Jolanda di Brienne nel 1225.
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